martedì 28 giugno 2011

Telefonata

Adesso che mi parli nel telefono
e la tua voce spalanca orizzonti
di ricordi, si perde nelle griglie
del tempo come un residuo prezioso,
è quello che avrebbe potuto essere
a materializzarsi da un passato
che non fu. Sono le strade che il caso
non ha preso e il destino non ha scelto.
Non siamo altro che buoni amici: ogni
tanto ci incontriamo per Milano
o, come oggi, ci telefoniamo.

Il tempo per noi è fatto di presente,
è una serie di ponti interrotti
da quel giorno in cui non ci incontrammo
- fu tua madre a svelare quel fortuito
intoppo, a dire “E pensare che se
quell'estate non fossimo poi andati
a Celle... volevo farvi conoscere”.

Ora mi parli dei bambini, devi
passare ancora a prenderli in piscina,
e il tempo si allarga un po' di più, tende
quel bivio a cui mancammo di sederci
insieme sulla panchina fiorita
dei nostri sedici anni. “Ciao, mi ha fatto
piacere”. Con la comunicazione
si chiude anche quel tempo parallelo.


image

Richard Baron, “Phoning it in, Manhattan, 2007”


2011

2 commenti:

Vania ha detto...

..è MOLTO bella.
ciao Vania

DR ha detto...

ancora una volta il bivio di Robert Frost, la strada non presa - qui però non presa per un caso, per volontà d'altri. Il destino che poteva essere e non è stato.