martedì 2 dicembre 2008

Milano

Irrompendo dalle sue sette porte
il mattino riprende la città
e le ridona vita all’improvviso
come se ridestasse un mostro antico.

Nella stazione della linea verde
distrattamente lei sfoglia un giornale;
il suo cappotto è una coperta logora
abbandonata sulla sua stanchezza.
Oltre l’arco del tunnel si spalanca
l’oscuro vortice pieno di freddo
che assorbe umidità e pensieri tristi,
finché non sbucano gli occhi giallastri
del vagone di testa del metrò.

E si incolonnano come robot
i passeggeri, rientrano nell’alvo
del treno, luminoso e riscaldato,
spariscono di nuovo dentro il nulla.

Lei conta monetine nel piattino
e non si sa decidere a raggiungere
la macchinetta che versa cattivo
caffè in tremuli bicchieri di carta.



Fotografia © Daniele Riva

2001

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...ho provato struggimento e impotenza per quella "coperta logora" - anche qui, si nota "l'oscuro vortice". Caro Ami, vorrei per tutti una vita migliore. Per tutti, nessuno escluso. Nel frattempo, leggo la tua sensibilità e ne faccio tesoro. Grata al tuo cuore. Francaelena

DR ha detto...

È una sensazione che mi si acuisce con l'inverno, quando vedo i clochard preda del freddo, vagare immalinconiti. Mi sembra che la loro sofferenza sia ancora più grande. E non è finita, perché poi verrà Natale...