mercoledì 9 aprile 2008

Notturno

Udii la tua voce chiamarmi,
flauto suonato da schiere celesti
nella luce dorata del giardino
- mele d’oro irradiavano dagli alberi.

La mia felicità era leggerezza,
librarmi al paragone delle nuvole
ardenti al sole rosso del tramonto.

Ma era già notte ed io fuori dal sogno
cercavo l’aria fresca del balcone
- soltanto un cane abbaiava alle fronde
mosse da una lieve bava di vento.

La tua voce taceva nel notturno
silenzio disegnato dalle stelle.



Vincent Van Gogh, "Notte stellata"


2006

2 commenti:

Lucy ha detto...

La poesia...le poesie...nutrono come il cibo buono e forse anche di più!!!

DR ha detto...

È vero: perché nutrono l'anima.