sabato 17 maggio 2008

Anna che ridi

Anna che ridi, cammini e ti sbracci
a salutare il mio povero amore,
adesso so che la felicità
non è che un piccolo cenno della mano
mentre il treno delle otto e ventidue
ti porta via su un greto di papaveri.

Le tue paure, le tue sofferenze
sono nuvole oramai spazzate via:
non so se è stato il tempo o la coscienza,
se un vento di passione ti ha guarita
ma vado più leggero se ti penso
e mi porto a tracolla il tuo saluto.


Ferdinand Hodler, "studio per Donna gioiosa", 1911


2008

3 commenti:

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Originalissima, la chiusa "e mi porto a tracolla il tuo saluto"!

Luciana
http://www.comoinpoesia.com

DR ha detto...

si andava tra la folla e il saluto gioioso è stato un buon compagno ancora per ore

Anonimo ha detto...

Toccante, profondamente intima. Quell'andar leggero del penultimo verso è cornice che esalta il tuo sentire...